Gruppo Famiglie - Family for Families

 

 

Quaresima 2008

Percorso di catechesi quaresimale ispirata alla : Seconda lettera di San Paolo a Timoteo

“Mi sarete Testimoni”

Si rinnova anche per la Quaresima 2008 l’appuntamento con “I martedì a San Marcello Come da tradizione le catechesi saranno tenute da religiosi invitati da Don Gianni. Un invito speciale rivolto a tutti, giovani, famiglie e adulti tutti i martedì di Quaresima presso la chiesa di San Marcello alle 20,30 secondo il calendario seguente:

1)  12/2/08 don Pietro Lagnese

La fede: dono che dobbiamo sempre rinnovare

“Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l'imposizione delle mie mani. 7 Dio infatti non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza. 8 Non vergognarti dunque della testimonianza da rendere al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma soffri anche tu insieme con me per il vangelo, aiutato dalla forza di Dio. “  (2 Tim 1,6-8)

Le esortazioni di Paolo valgono anche per noi, anche noi dobbiamo ravvivare e non vergognarci del dono ricevuto nel battesimo e coglierne la sua valenza e la sua efficacia oggi.

2)  19/2/08 don Elpidio

Cristo: il vero senso della vita

“Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la sua grazia; grazia che ci è stata data in Cristo Gesù fin dall'eternità, 10 ma è stata rivelata solo ora con l'apparizione del salvatore nostro Cristo Gesù, che ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l'immortalità per mezzo del vangelo,” (2 Tim 1,9-10)

La prima affermazione "Egli ci ha salvati" ci dà la chiave per capire su cosa si deve appoggiare la nostra vita e la nostra azione.
La proclamazione del primato di Dio è l'ispirazione potente che guida Paolo per tutta la sua vita e la sua azione. Con la creazione e la redenzione Dio ci chiama ad essere suoi figli, cioè ad una vocazione santa. Ma c'è un altro aspetto, ed è che ci ha salvato, cioè ci ha tratto da una situazione di morte per guidarci ad una situazione di vita.

Quindi la chiave di volta della storia è Gesù che ci fa uscire dal male, non mettendoci al riparo da esso, ma insegnandoci, ed aiutandoci, ad entrarvi per trarne il bene. 

3)  26/2/08 don Sabatino Sciorio

Di fronte alle fatiche, difficoltà e sofferenze il ristoro e la forza viene dalla Grazia di Gesù Cristo

“1Tu dunque, figlio mio, attingi sempre forza nella grazia che è in Cristo Gesù 2e le cose che hai udito da me in presenza di molti testimoni, trasmettile a persone fidate, le quali siano in grado di ammaestrare a loro volta anche altri.

3Insieme con me prendi anche tu la tua parte di sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù. 4Nessuno però, quando presta servizio militare, s'intralcia nelle faccende della vita comune, se vuol piacere a colui che l'ha arruolato. 5Anche nelle gare atletiche, non riceve la corona se non chi ha lottato secondo le regole. 6L'agricoltore poi che si affatica, dev'essere il primo a cogliere i frutti della terra” (2 Tim 2,1-6) 

Di fronte alle fatiche, difficoltà, sofferenze Paolo presenta tre modelli che si completano a vicenda. Occorre avere :

·          il coraggio del buon soldato

·          la costanza dell’atleta

·          la pazienza del contadino

4)  4/3/08 don Domenico Piccirillo

Il soffrire con Gesù Cristo per gli altri per la salvezza dei nostri fratelli

“Perciò sopporto ogni cosa per gli eletti, perché anch'essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. 11 Certa è questa parola: Se  moriamo con lui, vivremo anche con lui; 12 se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, anch'egli ci rinnegherà; 13 se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso.” (2 Tim 2,10-13)

Come io soffro con Gesù, così tu soffri con me, dice Paolo. Così viene trasmesso  il ministero, ma anche il nostro essere cristiani nel profondo: la comunione con il Signore si prolunga nella comunione tra fratelli. È una solidarietà nella sofferenza, e la solidarietà con Gesù diventa solidarietà di Chiesa.

5)  11/3/08 don Rocco Novello

La trasmissione fedele e ordinata del Vangelo, è la via per rimanere saldi nella fede in Cristo

“Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei convinto, sapendo da chi l'hai appreso 15e che fin dall'infanzia conosci le sacre Scritture: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene per mezzo della fede in Cristo Gesù. 16Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Tim 3,14-17)

La lettura e la meditazione della Scrittura ci mantengono nella sana dottrina, ci mettono in guardia da spiritualità frutto di costruzioni umane, dalla pretesa di salvarci da soli con i nostri mezzi. Raccontandoci del primato di Dio, del suo amore, della tenerezza e del perdono di Dio in Gesù ci riportano sempre sulla sana dottrina.

Ma soprattutto la sana dottrina la si insegna con la propria vita e pagando di persona. Paolo ricorda spesso a Timoteo quello che ha sofferto per il vangelo. Non lo fa per un ripiegamento su sé stesso, per auto compiacimento o per autocompassione, ma perché vuol far comprendere cos'è concretamente la sana dottrina, proprio perché anche il discepolo la viva. La sana dottrina si proclama pagando di persona per poi trasmetterla anche agli altri attraverso l'esempio.