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   Filippo, 
  come Pietro e Andrea, era originario di Bethsaida, sulle sponde del lago di 
  Tiberiade. 
  Fu tra i primi a seguire Gesu' quando questi passo' dal suo paese. 
  Il Maestro disse una parola: "Seguimi".  
  Filippo lo segui' portandosi dietro altri seguaci, come Natanaele, Bartolomeo, 
  al quale egli aveva detto: "abbiamo trovato colui di cui hanno scritto Mose' e 
  i Profeti: Gesu' di Nazareth, il Figlio di Giuseppe".  
  Piu' tardi, Filippo fu testimone dei miracoli del Maestro, come quello della 
  moltiplicazione dei pani, quando, sulla montagna, Gesu' venne circondato da 
  una folla tale che, dice Filippo: "duecento danari di pane non basterebbero 
  neanche a dare a ciascuno di essi un bocconcino". 
  Ma l'insegnamento piu' grande del Maestro, Filippo lo provoco' con una sua 
  domanda, dopo l'ultima Cena, quando chiese: "Signore, mostraci il Padre, e 
  questo ci basta". 
  Gesu' lo guardo':"Filippo, non mi hai ancora conosciuto ? Chi vede me ha visto 
  il Padre... 
  Credete che io sono nel PAdre e che il Padre e' in me. Credetelo almeno a 
  causa delle mie opere". 
  Parole inaudite, frasi che danno le vertigini e che i discepoli comprenderanno 
  pienamente solo quando lo Spirito Santo scendera' su di loro, nel giorno della 
  Pentecoste. 
  Parole che Filippo si portera' dentro, nella sua missione nel paese degli 
  sciti, dove, secondo la tradizione, fu martirizzato. 
  A differenza di Filippo, Giacomo non ha quasi parte alcuna nei Vangeli. 
  Egli era, pare, figlio d'Alfeo, e forse cugino di Gesu'. 
  Viene detto "Minore" per distinguerlo da Giacomo " MAggiore", fratello di 
  Giovanni Evangelista e figlio di Zebedeo. 
  La sua parte principale ha inizio dopo l'Ascensione di Gesu' e dopo la 
  PEntecoste. 
  Ed e' narrata negli Atti degli Apostoli, cioe' nella storia della prima 
  Chiesa. 
  Infatti, nella prima Chiesa, Giacomo "minore" godette d'una particolare 
  autorita'. 
  Quando San Pietro venne miracolosamente liberato dalle catene, nella prigione 
  del Re Erode, corse a darne notizia, per primo all'Apostolo Giacomo. 
  San Paolo, dopo la conversione, tornando a Gerusalemme, si diresse subito alla 
  casa di Giacomo, per ricevere istruzioni. 
  E dopo il suo ultimo viaggio in missione, lo stesso Paolo fara' la sua precisa 
  "relazione" proprio nella casa di Giacomo, dove gli altri Apostoli si sono 
  radunati. 
  Anche gli Ebrei avevano grande ammirazione per la figura di questo Galileo, 
  primo vescovo cristiano di Gerusalemme. 
  Il suo aspetto e la sua vita lo facevano degno di grande rispetto. 
  Eppure anch'egli cadde vittima della persecuzione o meglio di una specie di 
  sommossa, durante il quale Gicomo venne portato su un punto elevato del 
  Tempio, perche' rinnegasse la sua fede in Gesu', dinanzi al popolo. 
  Alla leale e aminosa risposta dell'Apostolo, molti, anche tra gli ebrei, 
  resero Gloria al Signore. 
  E i Farisei, esasperati, fecero precipitare Giacomo dall'alto del Tempio. 
  Era l'anno 62, e anche fra gli Ebrei, i piu' saggi e giusti si dolsero di 
  quella uccisione voluta da pochi facinorosi ed eseguita da una folla eccitata. 
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