PROGRAMMAZIONE

ANNO PASTORALE 2011-2012

 

 

 

Da quando nel gennaio 2008 Papa Benedetto ha lanciato alla Chiesa intera la sua Sfida Educativa come orizzonte di riferimento per una nuova evangelizzazione, noi tutti ci siamo interrogati sulla portata profetica di quelle affermazioni e sul modo attraverso il quale avremmo potuto raccoglierle e renderle in chiave progettuale. La Chiesa Italiana per prima, facendo tesoro delle parole del Papa, ha pubblicato gli Orientamenti Pastorali per il decennio 2010-2020 “Educare alla vita buona del Vangelo” e noi, facendo eco ai vescovi e secondo le indicazioni offerteci da Mons. Schettino, abbiamo scelto di aprile il cammino parrocchiale di questo decennio riflettendo insieme sul primo elemento della Sfida: il soggetto educativo, la comunità educante e quindi il cristiano adulto. E’ nato così il tema che ci ha accompagnato per tutto l’anno pastorale 2010-2011: l’identità del Cristiano.

Oggi siamo pronti a ripartire: continuando la lettura degli Orientamenti Pastorali ci imbattiamo nel secondo capitolo incentrato sulla persona di Gesù, colta nella sua azione educativa. E proprio a “Gesù, il Maestro” vogliamo rivolgere la nostra speciale attenzione durante il corso dell’anno pastorale 2011-2012. Il testo si apre con l’episodio della Moltiplicazione dei Pani così come raccontato nel Vangelo di Marco (Mc 6,34.39-41) e sottolinea la compassione di Gesù per un popolo che si trova ad essere come “pecore senza pastore” e quindi si mette ad insegnare. Il dono della parola si completa in quello del pane che anticipa, in filigrana, la prassi eucaristica della chiesa nascente.
Marco è anche il Vangelo che accompagna tutto il ciclo liturgico dell’anno B, quello incentrato sul “segreto messianico” che porta i lettori ad interrogarsi su chi sia l’uomo Gesù fino a scoprire, attraverso le parole del centurione, che egli è “veramente figlio di Dio”. Solo ai piedi della Croce è rivelata l’azione salvifica di Dio che ha consegnato al mondo il suo Figlio per la redenzione universale attraverso la voce di uno straniero, soldato romano, che, riconoscendolo, lo consegna al mondo intero. In quello straniero, come in tutti gli altri personaggi incontrati nel Vangelo, vogliamo identificarci come singoli e comunità percorrendo anche noi la via che porta da Nazareth a Gerusalemme, e da Gerusalemme a Roma. Il Vangelo del Leone è infatti scritto per i cristiani della Città Eterna, è essenziale e graffiante, immediato e penetrante. Alla sua scuola vivremo il cammino liturgico e pastorale.
 

 

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