PROGRAMMAZIONE:

TRE GIORNI DI STUDIO E APPROFONDIMENTO

 

Le conclusioni di don Gianni

 

Grazie per aver resistito questi tre giorni perché per noi è molto importante poter condividere  il pensiero prima che l’azione. Avete sentito, lunedì scorso, come il nostro relatore, don Luciano Meddi, abbia sottolineato molto questa dimensione, noi siamo qui soprattutto perché condividiamo un progetto, poi nel condividerlo, ciascuno di noi, è impegnato in una sezione, in una  specificità e così facendo contribuisce  a realizzare il tutto. Quest’aspetto deve diventare sempre più una caratteristica fondante della nostra comunità parrocchiale. Noi vogliamo crescere insieme, vogliamo fare in modo che ogni piccola conquista possa essere sempre una conquista condivisa, cioè che ogni piccolo dato sia un dato comune, per questo motivo dedichiamo tutto questo  tempo al dialogo, alla riflessione, all’apprendimento, allo scambio, all’incontro che non è  mai tempo perso, piuttosto  è tempo guadagnato perché attraverso di esso ciascuno si fa carico dell’esperienza dell’altro, si arricchisce e nel contempo contribuisce all’esperienza altrui e alla sua piena determinazione. Detto questo, ieri sera le tre commissioni hanno avuto la gioia e l’occasione d’incontrarsi per cui questa sera mi sembrava importante che potessero essere brevemente sottolineati gli aspetti essenziali della progettazione di quest’anno e tutte le dimensioni imprescindibili della nostra azione.

Alcuni nodi si intrecciano in un progetto unitario che  ci vede coinvolti nelle sue tre dimensioni: l’ascolto della Parola, quindi la Catechesi, la Celebrazione del Mistero, cioè la Liturgia, e la testimonianza della Carità, ossia il servizio, queste tre dimensioni sono i  tre pilastri della nostra fede.

Altro punto importante è l’attenzione al mondo dei giovani visto la tematica che quest’anno ci vedrà tutti protagonisti  e che per grandi linee è la trasmissione della fede per rispondere alla sfida di questo nuovo decennio che è l’emergenza educativa.

In sintesi ci sono alcuni slogan che mi sembrano importanti e che ci vedranno protagonisti quest’anno. Il primo slogan ci viene dalla relazione di don Luciano Meddi, “da operatori ad animatori pastorali” sulla scia di un progetto pastorale. Fino a ieri abbiamo pensato che questo fosse l’incontro degli operatori pastorali, don Meddi ci ha fatto riflettere che forse il termine più giusto era “animatori” per indicare coloro che danno anima, che infondono spirito all’interno di una progettazione pastorale unitaria.

Il secondo slogan: sempre dalle parole di don Luciano Meddi, riprese poi dalla Commissione Catechesi e da alcuni interventi delle Commissioni Liturgia e Carità, “dalla traditio alla redditio”, termini tecnici per dire che per poter annunciare qualcosa è indispensabile averla ricevuta , nessuno può dare ciò che non ha, per cui bisogna puntare ad un discorso serio in cui ciascuno si renda disponibile a convertirsi e a crescere.

Terzo slogan: le case belle della Comunità.

Durante questi anni abbiamo provato a realizzare non degli ambienti ma delle case, c’è una differenza fondamentale  tra ambiente e casa, un ambienti può  essere anche una fabbrica, una scuola, un circolo sportivo;  la casa, invece, è il  luogo dove vive la famiglia. In questi anni abbiamo realizzato una casa liturgica, mi riferisco all’ultimo restauro della Chiesa Santi Filippo e Giacomo nel 2004, a 100 anni dalla sua consacrazione all’Immacolta Concezione, l’anno scorso abbiamo realizzato la casa della gioia, il nostro centro parrocchiale, il Centro Momo’s, stiamo per inaugurare una  Casa  della Carità che  darà la possibilità di crescere  sia a chi dona  sia a chi riceve.

 Abbiamo sentito dalla Commissione Catechesi che vogliamo realizzare la Casa della Comunità dove ognuno di noi potrà condividere momenti d’incontro, di lavoro, di gioia. Abbiamo realizzato la Casa Vacanze a Gallo Matese, stiamo lavorando per una casa della Catechesi o della  Pastorale in sinergia con la Scuola Elementare “Pier delle Vigne” . Tutto questoe perché l’idea di fondo è di trovare delle case belle, belle perché pulite, ordinate,adornate, illuminate, case belle, nel senso di luoghi in cui si viva il “bello”. La Commissione Liturgia ci ha ricordato che l’estetica è data da quest’incontro straordinario tra Dioche è il Creatore e le sue creature, creature chiamate ad essere immagine del Creatore che in esse si riflette. Puntare a tutto questo significa puntare alla nostra identità, chi siamo noi? Tutti dobbiamo sentirci coinvolti in questa sfida, occhio soprattutto ai giovani e ai bambini. Tutto questo in linea con quello che è l’obiettivo dell’anno che è la nostra identità, quest’anno ci stiamo domandando chi siamo noi, questi tre slogan sono assolutamente in linea con questo macro obiettivo che è la nostra identità. Tutto ciò sarà vero se fin da subito sappiamo coinvolgere nel nostro percorso tutte le fasce di età e tutte le situazioni diversificate  con un occhio specialissimo ai giovani e alle famiglie cercando di parlare un linguaggio comprensibile.

 Questa è una proposta molto impegnativa, non facile da realizzare, tutti siamo chiamati a puntare in alto, quando Giovanni Paolo II terminò il Giubileo fu un trionfo personale suo e della Chiesa Cattolica, la prima cosa che scrisse in alto fu Duc in Altum, cioè l’espressione del Vangelo in cui Gesù dopo avere tirato  le reti da una parte Gesù spinse i discepoli a gettarle dall’altra parte. Questo vale anche per noi, abbiamo chiuso questo decennio che era dedicato alla Comunicazione del Vangelo in un mondo che cambia con la creazione di alcune antenne territoriali stabili per cogliere il cambiamento del mondo, non solo col Centro d’Ascolto ma con tutte le istituzioni presenti sul territorio, abbiamo aperto dei canali con tutti che ci danno la possibilità di cogliere i cambiamenti del mondo, chiudiamo questo decennio con una radio, un giornale e un sito web, cose che ci vedono impegnate anche in questo nuovo decennio, e ne apriamo un altro con mete alte nel campo dell’educazione,  nel campo della formazione e della scelte di vita per arrivare ad educare a quei valori che sono eterni  e che danno la felicità qui sulla terra.

Questa è una missione alta ed entusiasmante per cui anche  se io dovessi cedere in quest’acceleratore voi mi perdonerete e avrete la bontà di accompagnarmi in  questo itinerario d’Amore.

 

 

www.parrocchiasantifilippoegiacomo.it