CIAO ENZO!

REPORTAGE

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Caro Enzo,

Ci hai fatto un altro dei tuoi brutti scherzi.

Vorrei tanto che fosse cosi! Vorrei tanto che ancora una volta ci sorprendessi tutti all’improvviso facendo uno dei tuoi balzi disordinati e goffi col naso rosso di clown  e con lo scopino in mano.

Ma se è uno scherzo questa volta non ti perdoniamo!

Ce ne hai fatti troppi di scherzi maldestri, voluti e non voluti, tanti imprevedibili e strani da far perdere le staffe perfino ad un Santo, soprattutto dopo quelle tue larghe e rumorose risate di scusa che invece di calmare la vittima di turno le procuravano una maggiore stizza. Eppure ti abbiamo sempre perdonato perché nessuno era come te, speciale e buono. C’era in te qualcosa di inafferrabile, un di più e un di meno che non sembrava di questo mondo: nel parlare, nel vestire, nel pensare… ed anche oggi nell’andar via troppo presto, senza salutare.

Sei stato un sorta di Angelo sfortunato, un inaspettato raggio di sole mandato da Dio in una giornata grigia che ridona serenità e speranza.

Anche nella strada dello scoutismo hai saputo portare lo zaino che ti spezzava in modo originale, senza lamentarti mai, sempre sorridente e sarcastico.

E nella vita hai saputo portare da solo uno zaino ancora più pesante.

Sei riuscito a “guidare la tua canoa” nel mare tempestoso dei tuoi guai senza capovolgerti mai, sempre in piedi, con la dignità e l’umiltà di un cavaliere antico.

Non te lo abbiamo mai detto per non farti inorgoglire e per non farci smontare dalle tue folgoranti battute. Te lo diciamo ora: “Baden Powell sarebbe stato fiero di avere un ragazzo come te nella sua squadra” . E anche noi lo saremo per sempre!

Anzi oggi troviamo anche  il coraggio per chiederti perdono. Perdono per tutte quelle volte che non ti abbiamo preso sul serio, che non abbiamo saputo capirti e ti abbiamo lasciato solo nei tuoi problemi e nelle tue segrete aspirazioni senza saper andare oltre la tua bella maschera di gioia e umiltà.

E’ vero! Sei stato un Angelo sfortunato, volato in cielo troppo presto. Ma oggi sei diventato un Angelo Santo, un esempio da additare a tanti ragazzi molto più fortunati di te che non sanno godersi la vita e si adagiano nel benessere senza impegnarsi e lottare.

Se potessi ti farei un monumento piccolo e semplice come te in un angolo di piazza San Domenico (dove vivevi con la cara Rina) o a piazza Santa Caterina dove ti vedevo spesso preparare da solo i tuoi esercizi da giocoliere imbranato, senza paura di sembrare un folle. Tu pensavi solo ai bambini che dovevi far divertire ad una festa di compleanno o in una corsia di ospedale. Lo sapevi benissimo che non saresti mai diventato perfetto come un acrobata da circo, ma andavi avanti lo stesso ed hai vinto la tua sfida contro il destino e la paura.

Lo intitolerei così:  Ad Enzo Pontillo il “giocoliere della vita” più bravo e coraggioso del mondo.


 

 

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