Parrocchia

Santi Filippo e Giacomo

Settimana Pastorale 2006

 

Testimoni

di

Gesù

Risorto

speranza

del

mondo

 

 

 

IL NOSTRO “CONVENIRE” 

Il cammino di avvicinamento al 4° Convegno Ecclesiale nazionale è nel pieno del suo svolgimento e le nostre Chiese particolari stanno per vivere le ultime tappe di riflessione e approfondimento e insieme di compimento degli adempimenti organizzativi. Possiamo anzi dire in qualche modo che il Convegno è già in atto sia nella sua stessa “preparazione”, che deve dirsi parte integrante dell’evento perché coinvolge in modo attivo e capillare le nostre comunità, sia nella sua stessa “ricaduta”, cioè nel suo stesso “dopo Convegno”, che è il tempo in cui ritorneranno alle nostre Chiese, dapprima l’esperienza vissuta dai partecipanti, e poi e soprattutto il documento pastorale che l’Assemblea dei Vescovi, nel maggio 2007, sarà chiamata a consegnare alla Chiesa che è in Italia.

In questi mesi, e particolarmente nelle ultime settimane, si sono intensificate le attività e il coinvolgimento delle comunità diocesane, delle aggregazioni e dei singoli fedeli, contestualmente all’attuarsi degli adempimenti organizzativi.

Anche per la nostra parrocchia i giorni che verranno sono particolarmente significativi.

Dopo aver lanciato il tema e riflettuto sul documento preparatorio al Convegno nel settembre scorso; dopo aver celebrato la Speranza cristiana nei vari momenti dell’anno liturgico valorizzando questa virtù in relazione all’annuncio di Cristo Risorto; dopo aver sottolineato il cammino verso Verona con molti segni (dall’iscrizione fissa sul presbiterio al Presepe della speranza, dal pannello dell’Ottobre Missionario all’altare della reposizione) è giunto ora il momento di entrare nel vivo del dibattito  ecclesiale.

Non possiamo che rallegrarci nel constatare come lo Spirito del Risorto abbia ancora una volta sollecitato il “popolo che Dio si è acquistato” a proclamare “le opere ammirevoli di lui” che ci “ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa” (1Pt 2,9).

Se – come ricordavo all’inizio - il Convegno è già in atto, occorre però essere chiaramente consapevoli che l’impegno del Convegno non si conclude nella sua celebrazione, anche se a livello parrocchiale.

Infatti la nostra parrocchia e la nostra città si aspettano qualcosa di significativo che rilanci l’azione missionaria della Chiesa che vive in questi luoghi e che richiami “i cattolici italiani a testimoniare, con una stile credibile di vita, Cristo Risorto come la novità capace di rispondere alle attese e alle speranza più profonde dell’uomo di oggi” (Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo, n. 1). 

VERSO IL CONVEGNO ECCLESIALE DI VERONA

 «Nella sua grande misericordia Dio ci ha rigenerati, mediante la
risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva»
(1Pt 1,3)

 

Cristo è Risorto. Questa è la fede della Chiesa. Questa è la speranza che illumina e sostiene la vita e la testimonianza dei cristiani.

In questo inizio di millennio, carico di sfide e di possibilità, il Signore Risorto chiama i cristiani a essere suoi testimoni credibili, mediante una vita rigenerata dallo Spirito e capace di porre i segni di un'umanità e di un mondo rinnovati. La prima lettera di Pietro, un documento di rara bellezza e di grande efficacia comunicativa, orienterà i passi della Chiesa italiana, perché si lasci trasformare dalla misericordia di Dio, «per una speranza viva, per una eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce» (1Pt 1,4).

Mentre celebra i quarant'anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II, la Chiesa vuole riprenderne gli intenti e lo slancio per annunciare il vangelo della speranza. La «speranza viva» affonda le radici nella fede e rafforza lo slancio della carità. In essa s'incontrano il Risorto e gli uomini, la sua vita e il loro desiderio.

In questo orizzonte si colloca il 4° Convegno Ecclesiale Nazionale, che si terrà a Verona dal 16 al 20 ottobre 2006. Inserendosi nel cammino pastorale di questo decennio, dedicato alla comunicazione della fede in un contesto storico segnato da profondi mutamenti, il Convegno vuole porre al centro dell'attenzione delle nostre comunità cristiane la virtù teologale della speranza. Si è, infatti, consapevoli che «non è cosa facile, oggi, la speranza. Non ci aiuta il suo progressivo ridimensionamento: è offuscato se non addirittura scomparso nella nostra cultura l'orizzonte escatologico, l'idea che la storia abbia una direzione, che sia incamminata verso una pienezza che va al di là di essa» (Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, 2).

Obiettivo, pertanto, del Convegno Ecclesiale è chiamare i cattolici italiani a testimoniare, con uno stile credibile di vita, Cristo Risorto come la novità capace di rispondere alle attese e alle speranze più profonde degli uomini d'oggi.

Domande acute sorgono dai mutati scenari sociali e culturali in Italia, in Europa e nel mondo, e ancor più dalle profonde trasformazioni riguardanti la condizione e la realtà stessa dell'uomo. Nel tramonto di un'epoca segnata da forti conflittualità ideologiche, emerge un quadro culturale e antropologico inedito, segnato da forti ambivalenze e da un'esperienza frammentata e dispersa. Nulla appare veramente stabile, solido, definitivo. Privi di radici, rischiamo di smarrire anche il futuro. Il dominante "sentimento di fluidità" è causa di disorientamento, incertezza, stanchezza e talvolta persino di smarrimento e disperazione.

In questo contesto i cristiani, «stranieri e pellegrini» nel tempo (1Pt 2,11), sanno di poter essere rigenerati continuamente dalla speranza, perché le tristezze e le angosce del tempo sono «gettate» nelle mani del «Dio di ogni

grazia» (1Pt 5,7.10). Essi accolgono pertanto con gioia l'invito evangelico, rinnovato dalla lettera apostolica Novo millennio ineunte, a "prendere il largo" (cfr Lc 5,4). Dobbiamo essere riconoscenti al Santo Padre Giovanni Paolo II che ha ravvivato in molti modi la coscienza cristiana e il suo traguardo di santità, aiutandoci pure a scoprire i santi che sono in mezzo a noi, anche oggi, in ogni condizione e stato di vita: coloro cioè che hanno «mantenuto e perfezionato» la santità ricevuta nel Battesimo (cfr Lumen gentium, 40), vivendo in fedeltà a Dio e all'uomo. Perciò la Chiesa italiana a Verona per prima cosa dirà grazie allo Spirito per i doni che si sono resi visibili nella vicenda di queste sorelle e fratelli.

L'orizzonte della santità segna il cammino nella speranza proposto dai Vescovi italiani con gli Orientamenti pastorali per questo decennio Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia (2001) e nelle successive note L'iniziazione cristiana 3. Itinerari per il risveglio della fede cristiana (2003) e Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia (2004). Tale prospettiva ci permette oggi di comprendere meglio come i precedenti Convegni Ecclesiali nazionali di Roma (1976), Loreto (1985) e Palermo (1995) siano stati tre tappe importanti della comune ricezione del messaggio di rinnovamento venuto dal Concilio e abbiano preparato la Chiesa italiana alla testimonianza della vita cristiana nel nuovo secolo.

La scelta di meditare i temi della speranza e della testimonianza alla luce sempre viva del Cristo Risorto è la logica conseguenza di tale cammino: nel 2006, a Verona, i lavori del Convegno Ecclesiale saranno ispirati e guidati dal nostro essere testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo.

È un dono singolare che il tempo che ci conduce al Convegno Ecclesiale sia dedicato all'Eucaristia. Senza l'Eucaristia nel giorno del Signore i cristiani non possono esistere né vivere. Sarà un tempo di contemplazione e di riflessione, per lasciarci generare dalla fede nel corpo e nel sangue del Crocifisso Risorto.

La traccia di riflessione si sviluppa attorno a quattro domande, che declinano gli elementi indicati:

· Come Gesù Risorto rigenera la vita nella speranza?

· Come la fede in Gesù Cristo, Crocifisso e Risorto, ci rende testimoni di speranza?

· Come essere uomini e donne che testimoniano nella storia la speranza?

· Come la speranza aiuta a comprendere e vivere le situazioni che maggiormente interpellano l'esistenza contemporanea?

Queste domande articolano il tema del Convegno in quattro momenti: il primo momento porta nel cuore pulsante della testimonianza, alla sorgente viva e inesauribile della speranza, l'incontro con il Risorto; il secondo mette a fuoco il fondamento, la radice del testimone cristiano; il terzo narra la testimonianza del cristiano nella comunità ecclesiale e nel mondo, mostrando come la speranza cristiana si fa vita; il quarto prospetta l'esercizio della testimonianza come discernimento e come ricerca di presenza significativa dei cristiani laici che sanno mettere a fuoco le situazioni oggi più rilevanti per la vita delle persone.

PRESENTAZIONE DELLA TRACCIA DI RIFLESSIONE 

Sono lieto di presentare la traccia di riflessione destinata ad accompagnare il cammino delle Chiese in Italia nella preparazione al 4° Convegno Ecclesiale nazionale, che si svolgerà a Verona dal 16 al 20 ottobre 2006.

Questo "evento" si colloca a metà del primo decennio del terzo millennio e si propone di dare nuovo impulso allo slancio missionario scaturito dal Grande Giubileo del 2000 e di compiere una prima verifica del cammino pastorale svolto in questo decennio e di essere occasione di ripresa e di rilancio verso gli impegni che ancora ci attendono. Esso dovrà rappresentare - questo è il desiderio di tutti noi - un evento veramente significativo, analogamente a quanto avvenuto per i tre Convegni precedenti: Roma 1976, Loreto 1985, Palermo 1995; un evento che si inserisce nel cammino della Chiesa nel nostro Paese, scandito oggi dagli orientamenti pastorali Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia

La scelta del tema "Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo" è stata il punto di arrivo di un'intensa e partecipata riflessione di tutto l'Episcopato italiano, giunta a conclusione nella 51a Assemblea Generale (Roma, 19-23 maggio 2003). Questa formulazione del tema dice la volontà di ribadire con forza la scelta già fatta nei precedenti Convegni Ecclesiali: quella di dedicare tali eventi alla considerazione del ruolo dei cristiani nel contesto della realtà storica in cui vivono e operano. Su questa confermata scelta metodologica il titolo del Convegno intende far convergere quattro fondamentali elementi: la persona di Gesù, il Risorto che vive in mezzo a noi; il mondo, nella concretezza della svolta sociale e culturale della quale noi stessi siamo destinatari e protagonisti; le attese di questo mondo, che il Vangelo apre alla vera speranza che viene da Dio; l'impegno dei fedeli cristiani, in particolare dei laici, per essere testimoni credibili del Risorto attraverso una vita rinnovata e capace di cambiare la storia.

In questo contesto, il tema intende rispondere ad alcuni interrogativi di fondo e di grande interesse: che cosa il Vangelo comunica alla vita dei cristiani? come Gesù Cristo può rigenerare questo vissuto, soprattutto nella sua dimensione quotidiana? come può essere plasmata una nuova prospettiva antropologica nell'epoca della complessità? quali forme e modalità possono caratterizzare la presenza dei cristiani in questo momento storico nel nostro Paese?

Lo strumento che qui viene presentato vuole avviare e favorire una prima riflessione su tali interrogativi, per preparare le nostre Chiese a un incontro che sia generatore di un forte messaggio di impegno e di speranza per tutti.

Maria, Madre della Chiesa, che con il suo "sì" detto nel segreto del cuore ha reso possibile l'irrompere della Speranza nella storia, illumini e guidi il nostro cammino perché sappiamo «individuare atteggiamenti e scelte che rendano la Chiesa una comunità a servizio della speranza per ogni uomo» (Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, Appendice).

PRIMO AMBITO :

 LA VITA AFFETTIVA

 

 

 

Un primo ambito è quello della vita affettiva. Ciascuno trova qui la dimensione più elementare e permanente della sua personalità e la sua dimora interiore. A livello affettivo, infatti, l’uomo fa l’esperienza primaria della relazione buona (o cattiva), vive l’aspettativa di un mondo accogliente ed esprime con la maggiore spontaneità il suo desidero di felicità. Ma proprio il mondo degli affetti subisce oggi un potente condizionamento in direzione di un superficiale emozionalismo, che ha spesso effetti disastrosi sulla verità delle relazioni. L’identità e la complementarietà sessuale, l’educazione dei sentimenti, la maternità/paternità, la famiglia e, più in generale, la dimensione affettiva delle relazioni sociali, come pure le varie forme di rappresentazione pubblica degli affetti hanno un grande bisogno di aprirsi alla speranza e quindi alla ricchezza della relazione, alla costruttività della generazione e del legame tra generazioni.

Per la riflessione e il confronto

-         Come integrare in modo autentico gli affetti nell’unità dell’esperienza razionale e morale? Quale considerazione ha nella comunità cristiana l’educazione a una vita affettiva secondo lo Spirito? Come aiutare a formulare un giudizio culturale e morale sulla mentalità corrente a riguardo della vita sessuale e sentimentale? Di quali aiuti ha bisogno la famiglia per tenere desta la fedeltà alla sua vocazione?

SECONDO AMBITO :

 IL LAVORO E LA FESTA

 

 

Un secondo ambito è quello del lavoro e della festa, del loro senso e delle loro condizioni nell’orizzonte della trasformazione materiale del mondo e della relazione sociale. Se nel lavoro l’uomo esprime la sua capacità di produzione e di organizzazione sociale, nella festa egli afferma che la prassi lavorativa non ha solo a che fare con il bisogno ma anche con il senso del mondo e della storia. Nella società postindustriale e globalizzata il lavoro sta mutando radicalmente fisionomia e pone nuovi problemi di impiego, di inserimento delle nuove generazioni, di competenza, di concorrenza e distribuzione mondiale, ecc. Il superamento di una organizzazione della produzione che imponeva alla maggior parte dei lavoratori un’attività ripetitiva, rende oggi possibile favorire forme di lavoro più rispettose delle persone, che ne sviluppano creatività e coinvolgimento. Oggi è possibile e auspicabile la promozione della piena e buona occupazione, che non umilia cioè la persona, ma le consente di partecipare attivamente alla produzione del bene comune. Una condizione per raggiungere questi obiettivi è un’adeguata preparazione delle persone all’apprendimento continuo, che consente flessibilità di adattamento all’incessante cambiamento tecnologico. Flessibilità, tuttavia, non deve significare precarietà e nemmeno cancellazione della festa. Questa poi non va confusa con il riposo settimanale. La festa deve ritornare ai suoi aspetti di tempo dedicato al rapporto con Dio, con la famiglia e con la comunità circostante, non tempo “vuoto”, riempito con l’evasione, il disimpegno e lo stordimento.  

Per la riflessione e il confronto

-         Come aiutare a formulare un giudizio aggiornato sulle questioni del lavoro e dell’economia alla luce della Dottrina sociale della Chiesa? Come diffondere la consapevolezza che il lavoro non è solo erogabile in imprese capitalistiche, ma anche in imprese sociali (cooperative) e in imprese civili (non a fini di lucro)? Quali politiche pubbliche richiedere a favore della creazione di capitale umano e a favore del potenziamento di imprese private non a fini di lucro? Come vivere la festa cristiana non passivamente, ma come un mezzo per approfondire la dimensione relazionale, con Dio e con i fratelli?

 

TERZO AMBITO :

 LA FRAGILITA' UMANA

 

 

QUARTO AMBITO :

 LA TRADIZIONE

 

 

Un terzo ambito è costituito dalle forme e dalle condizioni di esistenza in cui emerge la fragilità umana. La società tecnologica non la elimina; talvolta la mette ancor più alla prova, soprattutto tende a emarginarla o al più a risolverla come un problema cui applicare una tecnica appropriata. In tal modo viene nascosta la profondità di significato della debolezza e della vulnerabilità umane e se ne ignora sia il peso di sofferenza sia il valore e la dignità. La speranza cristiana mostra in modo particolare la sua verità proprio nei casi della fragilità: non ha bisogno di nasconderla, ma la sa accogliere con discrezione e tenerezza, restituendola, arricchita di senso, al cammino della vita. Solo una cultura che sa dar conto di tutti gli aspetti dell’esistenza è una cultura davvero a misura d’uomo. Insegnando e praticando l’accoglienza del nascituro e del bambino, la cura del malato, il soccorso al povero, l’ospitalità dell’abbandonato, dell’emarginato, dell’immigrato, la visita al carcerato, l’assistenza all’incurabile, la protezione dell’anziano, la Chiesa è davvero “maestra d’umanità”. Ma l’accoglienza della fragilità non riguarda solo le situazioni estreme. Occorre far crescere uno stile di vita verso il proprio essere creatura e nei rapporti con ogni creatura: la propria esistenza è fragile e in ogni relazione umana si viene in contatto con altra fragilità, così come ogni ambiente umano o naturale è frutto di un fragile equilibrio.

 Per la riflessione e il confronto

-            Come l’incontro con le diverse forme della fragilità costituisce luogo di speranza e di testimonianza cristiane? Quale occasione di condivisione, di dialogo e di confronto con il non credente costituiscono le opere di carità e le iniziative di volontariato? Come collegare identità di ispirazione e servizio pubblico? In che senso la coscienza cristiana della fragilità umana diventa dimensione permanente dei rapporti, modo d’essere significativo per ogni ambiente?

 

QUINTO AMBITO :

 LA CITTADINANZA

 

 

Un quarto ambito potrebbe essere indicato con il termine tradizione, inteso come esercizio del trasmettere ciò che costituisce il patrimonio vitale e culturale della società. Anche la cultura odierna, pur sensibile alla novità e all’innovazione, continuamente compie i suoi atti di trasmissione culturale e di formazione del costume.
I mezzi della comunicazione sociale – con il loro non secondario carico pubblicitario – sono strumenti potenti e pervasivi della trasmissione di idee vere/false e di valori/disvalori, di formazione di opinione e di comportamenti, di modelli culturali. La scuola e l’università, a loro volta, sono istituzioni preposte alla trasmissione del sapere e alla formazione della tradizione culturale del Paese, attraverso modalità che spesso confliggono con l’invadenza e la sbrigatività dei mezzi della comunicazione di massa. Sono in gioco la formazione intellettuale e morale e l’educazione delle giovani generazioni e dei cittadini tutti, che hanno comunque nella famiglia il loro luogo originario e insostituibile di apprendimento.
In tutti questi ambiti il credente riceve una sfida particolarmente forte sia come possibilità di contribuire al costituirsi di una tradizione di verità, sia come possibilità di far presente in essa la propria tradizione religiosa.

Per la riflessione e il confronto

-         Che cosa significa per la speranza-testimonianza cristiana condividere il compito educativo nelle sue varie forme e livelli? Con quali atteggiamenti e con quali criteri utilizzare i mass-media, pur nella difficoltà rappresentata dalla frequente irrisione di valori umani e religiosi? Quale identità devono assumere le istituzioni culturali e di istruzione che si qualificano come cattoliche?

 

Un ultimo ambito di riferimento è quella della cittadinanza, in cui si esprime la dimensione dell’appartenenza civile e sociale degli uomini. Tipica della cittadinanza è l’idea di un radicamento in una storia civile, dotata delle sue tradizioni e dei suoi personaggi, e insieme il suo significato universale di civiltà politica. Questa duplice dimensione è oggi interpellata dall’avvento dei processi di globalizzazione in cui la cittadinanza si trova a essere insieme locale e mondiale. La novità della situazione crea inedite tensioni e induce trasformazioni economiche, sociali e politiche a livello planetario. I problemi contemporanei della cittadinanza chiedono così un’attenzione nuova sia al ruolo della società civile, pensata diversamente in rapporto allo Stato e ai principi di sussidiarietà e di solidarietà, sia ai grandi problemi della cittadinanza mondiale, tra cui emergono i problemi della fame e delle povertà, della giustizia economica internazionale, dell’emigrazione, della pace, dell’ambiente.

Per la riflessione e il confronto

-         Che cosa apporta la speranza cristiana all’impegno di cittadinanza? Come l’impegno civile, nel rispetto della sua specificità sociale e politica, può essere un modo della testimonianza cristiana? Come evitare che l’interesse per le grandi questioni della cittadinanza del nostro tempo si riduca a una questione di schieramento ideologico, stimolando invece forme di impegno significativo? Come la Dottrina sociale della Chiesa può diventare un riferimento fecondo?

 PREGHIERA 

 

O Dio nostro Padre,
origine e fonte della vita.
Nel tuo Figlio fatto uomo
hai toccato la nostra carne
e hai sentito la nostra fragilità.
Nel tuo Figlio crocifisso e risorto
hai vinto la nostra paura
e ci hai rigenerati a una speranza viva.
Guarda con bontà i tuoi figli
che cercano e lottano,
soffrono e amano,
e accendi la speranza
nel cuore del mondo.

 Nel tuo grande amore,
rendici testimoni di speranza

Cristo Gesù,
Figlio del Padre, nostro fratello.
Tu, obbediente,
hai vissuto la pienezza dell’amore.
Tu, rifiutato,
sei divenuto pietra angolare.
Tu, agnello condotto alla morte,
sei il buon pastore
che porta l’uomo stanco e ferito
Rivolgi il tuo sguardo su di noi,
stranieri e pellegrini nel tempo.
Fa’ di noi pietre scelte e preziose,
e la tua Chiesa sarà
lievito di speranza nel mondo.

Nel tuo grande amore,
rendici testimoni di speranza

Spirito Santo,
gioia del Padre, dono del Figlio.
Soffio di vita, vento di pace,
sei tu la nostra forza,
tu la sorgente di ogni speranza.
Luce che non muore,
susciti nel tempo
testimoni del Risorto.
La nostra vita sia memoria del Figlio,
i nostri linguaggi eco della sua voce,
perché mai si spenga l’inno di gioia
degli apostoli, dei martiri e dei santi,
fino al giorno in cui l’intero creato
diventerà un unico canto all’Eterno.

Nel tuo grande amore,
rendici testimoni di speranza

 

 

Venerdì 8 Maria Testimone di speranza

18.30 Via San Tommaso: Benedizione Edicola Mariana
Ore 19.00 Santa Messa presieduta dall’Arcivescovo S. E. Mons. Bruno Schettino

Sabato 9 Cristiani Testimoni di Speranza

Ore 20.00 Chiesa di San Marcello Concerto del Coro Parrocchiale
“I grandi Testimoni della Speranza”

Domenica 10 Famiglie testimoni di Speranza

Ore 10.30 Santa Messa
Ore 18.30 Vespro e Inaugurazione Mostra “Uomini e Donne di Speranza”
Ore 20.00 Family for Families Cena e Presentazione Progetto Taraka

 Lunedì 11 La vita affettiva

Ore 19.00 S. Messa e incontro con don Enzo di Lillo
Responsabile Diocesano per il Convegno di Verona

 Martedì 12 La fragilità umana

Ore 19.00 S. Messa e incontro con don Lello Ponticelli Docente di Psicologia

 

Mercoledì 13 La tradizione

Ore 19.00 S. Messa e incontro con don A. Sorrentino Docente di Teologia Pastorale

 

Giovedì 14 La cittadinanza

Ore 19.00 S. Messa e incontro con don P. IncoronatoDocente di Teologia Pastorale

 

Venerdì 15 Memoria della Addolorata
Ore 17.30 Santa Messa Solenne
Processione